cap 35

Nella sua gioia di vivere, non segnato dal dramma della peste perché l’aveva vissuto a tredici anni da adolescente un po’ baldanzoso, Pietro Nicola amava vestire alla moda. Per esempio, fu lui a introdurre a Praiano i calzoni molto larghi, diffusi in Veneto a metà del Seicento e retti da “brazzeruole”. Così si chiamavano le bretelle, che comparvero nella seconda metà del Seicento, contemporaneamente alla moda dei calzoni corti e larghi presso la corte francese. Fu Pietro Nicola a indossare la “romana”, che era un sottanino trasformato in veste intera.
Più o meno negli stessi anni della seconda metà del Seicento, quando i diversi nuclei familiari via via organizzarono la loro vita quotidiana a Casa Gallo di Praiano, Pietro Nicola sposatosi lasciò la famiglia di origine e realizzò una sua Casa Gallo a Vettica Maggiore.
Oggi ci si arriva prendendo la via Masa  dal piazzale della parrocchia di S. Gennaro. Questa stradina, larga un metro e mezzo, scorre parallela alla costa in direzione di Positano, con il mare sulla sinistra, e finisce a via della Gavitella, la quale tortuosa e ripidissima porta giù alla omonima spiaggetta. Secoli fa, quando non esisteva ancora la strada statale, via Masa era il percorso per andare da Praiano a Positano, perché alla fine di Vettica Maggiore questa stradina sulla destra si ricongiungeva con la vecchia via Capriglione. Invece, all’inizio di via Masa, partendo dalla parrocchia di S. Gennaro, dopo poche decine di metri c’è un diverticolo laterale a sinistra, un vicoletto, denominato via S. Nicola, fatto di larghi e bassi gradini declinanti, perpendicolare alla costa, in direzione di Capo d’Aniello. Dopo un breve tratto, via S. Nicola finisce allargandosi e formando una microscopica piazzetta, su cui si affacciano Casa Gallo sulla destra e la Cappella di S. Nicola sulla sinistra.
Il portoncino dell’ingresso principale di Casa Gallo oggi ha l’indirizzo di via S. Nicola 16 – 84010 Vettica Maggiore (SA), è sormontato da uno stemma inciso nel marmo [35.1], raffigurante un gallo, alquanto basso, non impettito, con il corpo e la testa rivolte a sinistra per chi guarda, posato con entrambe le zampe su tre gobbe tondeggianti, sormontato da tre stelle. Dunque, rispetto allo stemma di casa Gallo di Praiano, questa versione di Vettica Maggiore ha in comune i tre pizzi e le tre stelle, ma ha il corpo rivolto in senso opposto, non è rampante, ha il becco chiuso. Pietro Nicola era un po’ meno religioso del fratello maggiore, un filo più laico, diremmo oggi.
La Cappella di S. Nicola, esistente fin dal 1672, collocabile nel Seicento anche secondo Fravolini e Guerriero, era formalmente annessa a Casa Gallo. La sua facciata è semplice, ha un’unica porta d’ingresso e, nella parte superiore, una finestrella murata, in cui ora è sistemata l’effigie di S. Nicola dipinta su mattonelle. La facciata finisce in alto con un decoro barocco e al centro contiene una piccola campana, datata 1672. Fu per vanità che Nicola volle dedicare la Cappella al santo di cui lui portava il nome. Anzi, questa è una prova indiretta del fatto che si faceva chiamare comunemente Nicola, non Pietre Nicola. Fu invece per amore verso la moglie Gioanna Capriglione che Nicola fece tutto ciò nel 1672, cioè nel decimo anniversario del loro matrimonio.

L’interno della Cappella è a navata unica, con copertura a botte estradossata e con due finestre in alto che affacciano sul mare. Anticamente l’abside era semicircolare ed era affrescata, come si rileva da alcuni resti; durante alcuni lavori di abbellimento decisi da Pietro Nicola dopo il 1672 l’abside fu murata per ospitare una grande tela raffigurante S. Nicola [35.2], nella quale in basso a destra «spicca lo stemma della nobile famiglia Gallo che ne aveva il patronato» [35.3]. L’altare della Cappella è in stucco. Su un piano ammezzato, bisognoso di un profondo restauro, risalta un bellissimo organo settecentesco. Il pavimento è fatto di cotto maiolicato con disegni geometrici e con al centro un pannello fiorato. Lo stemma ha le stesse caratteristiche fondamentali di quello in marmo sopra l’antistante casa Gallo.
Nel resoconto della visita pastorale del 4 novembre 1703 si legge che la Cappella era di proprietà appunto di Nicola Gallo, definito impropriamente «nobile» nei resoconti locali. Nella successiva visita del 12 dicembre 1715 la Cappella risultava di proprietà del figlio Carlo, il notaio. Nicola era morto nel 1710. Il 23 aprile 1723 don Luca Antonio, figlio di Carlo, cappellano di S. Nicola, recitò nella parrocchia di S. Gennaro «orazione latino idiomate in pergamo», lesse dal pulpito in latino l’indirizzo di saluto e benvenuto a monsignor Michele de Bologna, arcivescovo di Amalfi.
A fine marzo 2010, nel primo giorno da noi trascorso sul posto, il parroco di S. Gennaro don Pio Bozza ci mostrò con orgoglio quel pulpito di fine Seicento «da cui» ci disse «ha parlato in latino il vostro parente».
Don Bologna tornò ancora in visita quattro anni dopo, il 21 maggio 1727, provenendo da Positano. La sua imbarcazione attraccò alla Gavitella; l’arcivescovo si arrampicò su per la ripidissima salita a gradini, poi percorse via Masa e, ansimante per il caldo già insopportabile di fine maggio, si fermò a Casa Gallo per prendere fiato e rifocillarsi. Si cambiò di abito, indossò i paramenti pontificali e si avviò alla parrocchia di S. Gennaro.
Don Luc’Antonio volle che nella Cappella di S. Nicola, sotto l’altare, trovassero sepoltura il notaio Giovanni, cioè quel fratello di suo padre Carlo nato dopo di lui e morto nel 1729, poi la sua sorellina Rosa morta a 15 anni nel 1730, e infine l’anno dopo ancora (1731) lui stesso. Nei secoli trascorsi da allora nessuno ha modificato quella sepoltura.
La custodia delle chiesette di Praiano e Vettica Maggiore è affidata dai parroci ai proprietari delle case rispettivamente dirimpettaie delle chiesette. Oggi la custodia della Cappella di S. Nicola è affidata dal parroco di S. Gennaro ad Antonio De Luise [35.4], discendente della famiglia Loise o de Loise del Cinquecento, mite e ligio dirimpettaio della Cappella, proprietario di una frazione di questa ex Casa Gallo, avente l’indirizzo di via S. Nicola 15. La porzione di proprietà De Luise probabilmente è la più affascinante sia perché guarda le isole de Li Galli e, dietro di esse, i Faraglioni di Capri, sia perché è articolata su due piani e ha una dependance costruita alla fine del Novecento per un ampliamento dell’antica cisterna asservita alla casa. Vi si accede attraversando un chiostro-giardino. Un vero paradiso terrestre. Ci sono altre due frazioni abitative dell’antico complesso: la prima è quella, prima citata, al civico 16 del portone con lo stemma in marmo; fu acquistata pochi anni fa da gente residente in Francia. La seconda sta nel corpo di fabbrica perpendicolare, contigua al lato lungo della Cappella di S. Nicola dalla parte del mare, confina con la proprietà De Luise e fu acquistata anni fa da una famiglia inglese; a Pasqua 2012 seppi che gli inglesi ci stavano costruendo una piscina: beati loro. Il complesso ha una superficie coperta globale di circa 280 mq: 120 mq della proprietà De Luise, una settantina dei francesi e una novantina degli inglesi; e si sviluppa su due piani.
Casa Gallo di Vettica Maggiore con la cappella incorporata era certamente più importante e più bella di Casa Gallo di Praiano.
A fine marzo 2010, Antonio De Luise fu la seconda conoscenza locale per mia moglie e per me [35.5], perché don Pio Bozza volle subito portarci a visitare la Cappella di S. Nicola e a farci vedere i due stemmi di famiglia (in marmo e su tela) e, per far ciò, chiese le chiavi a De Luise. Il 15 aprile 2011 fui io a spiegargli gli esatti rapporti di parentela tra i tre sepolti sotto l’altare della Cappella. Lui credeva che Giovanni fosse un fratello di Luc’Antonio, non lo zio.
A metà Settecento, degli eredi di Pietro Nicola, restavano a Vettica Maggiore il ramo di Gio:Battista, cioè di quello che nel 1734 partecipò al matrimonio di Francesco Antonio, e gli ultimi due figli del notaio Carlo. Questi Gallo nel 1789 donarono la Cappella alla confraternita del Rosario, poi si trasferirono altrove. Chiesi a don Pio Bozza l’atto di donazione, ma non me lo mostrò.
L’esodo di praianesi e di altri Gallo verso altre terre magari sarà anche proseguito nell’Ottocento e nel Novecento, ma gli eredi di Carlo e Gio:Battista furono gli ultimi di questo ramo della famiglia a lasciare la terra di origine, a fine Settecento.

About Riccardo Gallo
Riccardo Gallo (Roma, 23 settembre 1943) è un ingegnere, economista e docente italiano. Professore alla Sapienza, ha svolto compiti di risanamento del sistema produttivo italiano in ambiti governativi, finanziari, aziendali, riversando e incrociando le competenze acquisite. È stato definito il bastian contrario sia del management pubblico che del privatismo arrogante, estremista di centro. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore. Oggi è opinionista de L’Espresso.
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