cap 34

I figli di Nofrio e Vincenza crebbero in buona salute. Victoria a 28 anni sposò Antonio Ferraiolo [34.1], della omonima famiglia locale, poco meno che cinquantenne, quindi più grande di lei di quasi vent’anni. Nonostante lo sposo avesse già una certa età, Nofrio che era un buono e in quel momento aveva 65 anni lo accolse come un figlio e destinò a Victoria e al marito una stanza della casa. I due ebbero un bimbo, Blasio o Biase, che naturalmente dormiva con i genitori.
Nel 1700, il 17 gennaio, a 31 anni, Giuseppe figlio di Nofrio sposò Rosa [34.2][34.3], figlia di Gio:Battista Irace e Giovanna De Rocco. Anche a loro Nofrio e Vincenza diedero una stanza di Casa Gallo [34.4].
Nelle altre stanze vivevano altri membri della famiglia. Più precisamente, Caterina, la sorella più piccola di Nofrio, sposò Gregorio Irace [34.5] che era parente di Gio:Battista, ebbe tre figli, Francesco, Antonio e Nicola, ma morì di parto nel 1686 a 39 anni alla nascita di Nicola. Così Gregorio, il cognato di Nofrio rimasto vedovo, e i suoi tre figli occuparono una delle altre stanze. Da questi Irace probabilmente discendono quelli oggi comproprietari della Casa.
L’altra sorella minore di Nofrio, Rosolina, che veniva chiamata comunemente Rosa, sposò Andrea Di Rocco [34.6], ebbe nel 1666 una figlia, Vittoria; anche Rosa morì giovane. La figlia Vittoria, più piccola di due anni della cugina omonima figlia di Nofrio, a sua volta da grande sposò un lontano cugino, suo coetaneo, Vincenzo, figlio di Michele Gallo, di un paio d’anni più giovane di Nofrio. Bene, un’altra stanza di Casa Gallo fu occupata da questi due giovani, Vittoria e Vincenzo, e dai loro ben quattro figli, Antonia, Rosa (come la nonna materna), Michele (come il nonno paterno), Luc’Antonio.
Un’altra stanza ancora andò a un altro cugino, Matteo, figlio di quel Geronimo Gallo morto nel 1687 e di Anna Ferraiolo, e alla sorella di Matteo, Isabella.
Due stanze più piccole furono riservate una a suor Ursula Gallo, sorella di Vincenzo, l’altra a Candida Gallo ultima figlia di Nofrio rimasta nubile. Ursula fu il bel nome coraggiosamente scelto al momento del noviziato da Antonia Gallo sorella di Vincenzo e dunque figlia di Michele.
Per la verità, nei libri degli Status Animarum viene usata l’espressione latina “In proprijs adibus”, dove “adibus” sta “aedibus” (camere) e significa “In camere esclusive”.
Nofrio e Vincenza inaspettatamente diventarono i patriarchi della famiglia, sempre a Casa Gallo di Praiano. Invecchiarono tra figli, nipoti, cugini. Vincenza morì [34.7] nel 1704, a poco meno di 70 anni, stanca di una vita fatta di tante stagioni, alcune drammatiche, altre felici. Nofrio sopravvisse un anno solo e poi la raggiunse, nel 1705, giovedì 12 febbraio [34.8]. Io trovo questo fatto della morte di Nofrio giunta poco dopo quella di Vincenza una cosa bellissima, romantica, struggente. Certo niente affatto isolata, né straordinaria. Si sente spesso una cosa del genere. Ma è struggente che in una coppia tanto unita uno dei due se ne vada e l’altro non sopravviva!
Le esequie di Nofrio, come tutte le cerimonie di famiglia, si svolsero nella parrocchia di S. Luca.
In prima fila, accanto ai cinque figli, accorse il fratello sessantaduenne Pietro Nicola, affranto, perché da ragazzi c’era potuta anche essere qualche competizione, ci si era potuti anche dividere tra Praiano e Vettica Maggiore, ci si era pure inaspriti sulle vicende della vita, ma il legame di famiglia era fortissimo, il rispetto del fratello minore verso quello molto maggiore era rimasto indissolubile, anzi Nicola anche da vecchio rinunciava volentieri alla sua apparente sicumera e provava un bisogno sincero di saggezza quando chiedeva consiglio a Nofrio.
E ora Nicola con tutta la potenza sociale da lui raggiunta, con tutta la sua famiglia, era lì a testimoniarlo ai nipoti Gallo.

About Riccardo Gallo
Riccardo Gallo (Roma, 23 settembre 1943) è un ingegnere, economista e docente italiano. Professore alla Sapienza, ha svolto compiti di risanamento del sistema produttivo italiano in ambiti governativi, finanziari, aziendali, riversando e incrociando le competenze acquisite. È stato definito il bastian contrario sia del management pubblico che del privatismo arrogante, estremista di centro. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore. Oggi è opinionista de L’Espresso.
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