cap 32

Nel Seicento le case avevano una struttura naturalmente ben diversa da quella odierna. Per esempio, le travi e le tavole per la copertura dei tetti (le cosiddette ginelle) erano in legno di pioppo o di castagno. Se ne estraevano anche dagli alberi di Praiano, ma questi legnami venivano soprattutto dai boschi di Agerola e Pimonte. Durante l’estate, quando erano asciutti, venivano esportati su grandi vascelli che partivano da Conca.
Nofrio e i suoi figli ebbero dimora a Praiano, a poche centinaia di metri dalla parrocchia di S. Luca, più giù, lungo il versante della costa che guarda verso Furore, poco sopra e poco prima della Torre a mare, in linea d’aria sopra L’Africana, sopra cioè quello che nella seconda metà del Novecento fu il night club più alla moda sulla costa meridionale del Tirreno, ideato da Luca Milano.
Quella dimora nel Seicento e per molte decine di anni nel Settecento a Praiano fu chiamata ufficialmente «Casa Gallo». All’epoca a Praiano le stradine non avevano nome e nei registri parrocchiali le singole case venivano identificate con il cognome delle famiglie che le abitavano. Quella dei Gallo è citata da Fravolini e Guerriero tra «le numerose residenze che conservano caratteri costruttivi e formali dell’età barocca».
Fino agli anni Duemila, questa casa è stata di proprietà in parte delle famiglie Ruocco e Bartolone, in parte degli eredi Irace, e ha l’indirizzo civico di via S. Giovanni 21 – 84010 Praiano (SA). Questa stradina è tutta pedonale [32.1], inizia dalla chiesa di S. Giovanni da cui prende il nome, scende verso il mare come un torrente perpendicolare alla costa, a volte largo appena un metro, spesso fatto da scalinatelle, chiamate sempre e solo via S. Giovanni. Poi la stradina si immette su via Asciola, ne soppianta il nome, curva a sinistra, scorre verso sud-est parallela alla costa, in direzione della “Torre a mare”, raggiungendo in questo tratto un paio di metri di larghezza; dopo un centinaio di metri e uno zig-zag destra-sinistra, via S. Giovanni prosegue parallela sia alla costa sia alla strada statale SS. 163, sottostante una quarantina di metri, fino a dove poi cede il nome a “via Miglina”. Poco dopo lo zig-zag, via S. Giovanni si lascia a sinistra un terrazzamento sul quale poggiano radi fabbricati e, a destra, lato mare, i muri perimetrali di altri fabbricati isolati.
Uno dei radi fabbricati sul terrazzamento a sinistra è appunto Casa Gallo. È invisibile da ogni lato per chi vi arriva percorrendo la stretta stradina, nel senso che è nascosta da un alto muro perimetrale, che cinge un lotto a forma di rettangoloide di quasi 90 metri per 25. In verità, il lato lungo del muro presenta una struttura costruttiva povera nei primi venti metri e poi di pietra antica nei successivi 70 metri. Analogamente, del lato corto, solo 11 metri sono fatti in grosse pietre poggiate a secco. Quindi il lotto rettangoloide ne contiene al suo interno uno simile e di costruzione migliore avente misura 70×11.
Il tratto di muro che sormonta al centro in alto il portone d’ingresso si presentava nel 2010 più chiaro, non annerito, e nel 2013 era del tutto annerito, segno certo che fino a poco prima del 2010 era coperto da uno stemma. Sulla destra del portone è stata murata, da poco tempo, una mattonella con un motto volgare, di certo non consono alla nobiltà di questo antico sito.
Una volta entrati nel portone, bisogna salire alcuni gradini per superare il dislivello del terrazzamento e accedere a un terreno che oggi è verde e incolto. L’area interna è costituita da due metà, una a sinistra lato ovest comprende un terreno classificato «agrumeto di classe seconda» e un fabbricato che cinquant’anni fa in un atto notarile già era definito «in pessimo stato di conservazione» [32.2]. Una metà a destra, lato est, è separata e recintata, verde, in stato totalmente selvatico, di proprietà degli eredi di Luca Irace, discendenti della omonima storica famiglia di Praiano.
La proprietà della metà di sinistra lato ovest fu a sua volta frazionata all’inizio degli anni sessanta del Novecento in due porzioni: una, ancor più occidentale, formata da un «locale interrato inabitabile e da un locale con forno entrostanti e portico a sud a primo piano, con comunione alla cisterna esistente nella parte orientale del fabbricato» andò a Giovanna Ruocco di Praiano. Invece, la porzione più grande e, per così dire, orientale della metà lato ovest, formata da «un piccolo locale inabitabile, cisterna e latrina al piano interrato, due locali con androne al pian terreno e tre vani a primo piano con copertura a volta e terrazza», andò a Maria Rocco e Nunzio Bartolone; questo primo piano fu venduto nel 2012 a soggetti terzi. Quando si esce sul terrazzo del primo piano [32.3] si viene inondati da una brezza di mare accecante. Lo sguardo si perde magneticamente in direzione di Conca de’ Marini, fino ad Agropoli, che sta sul lato opposto del golfo di Salerno.
Nel Seicento e nei primi decenni del Settecento le due metà dell’area formavano un’unica proprietà, della famiglia Gallo. Si comincia ad avere notizia documentale di Casa Gallo quando nella seconda metà del Seicento i parroci cominciarono ad annotare nel libro dei Defunti il luogo dove abitavano le persone che morivano. Così apprendemmo che tra il 1687 e il 1688 a casa Gallo morirono Geronimo [32.4], Santa [32.5] e Rosolea Gallo [32.6], appartenenti non sappiamo a quali rami, peraltro ovviamente stretti, della famiglia. Dunque Casa Gallo esisteva già nel 1687, ma di certo era precedente.

About Riccardo Gallo
Riccardo Gallo (Roma, 23 settembre 1943) è un ingegnere, economista e docente italiano. Professore alla Sapienza, ha svolto compiti di risanamento del sistema produttivo italiano in ambiti governativi, finanziari, aziendali, riversando e incrociando le competenze acquisite. È stato definito il bastian contrario sia del management pubblico che del privatismo arrogante, estremista di centro. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore. Oggi è opinionista de L’Espresso.
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