cap 73

Il cardinal Giuseppe Firrao era nato a Fagnano in provincia di Cosenza il 20 luglio 1736. Era dunque poco più anziano di Michelangelo. Mentre quest’ultimo aveva passato la vita a lavorare, commerciare, risparmiare, rincorrere i creditori, investire, soffrire, anche continuare a servire la Chiesa dandole tre suoi figli, Giuseppe Firrao aveva fatto… il pronipote del cardinale. Proprio così, perché il cardinal Firrao in questione era detto “il giovane” ed era pronipote del cardinal Giuseppe Firrao “il vecchio”, nato nel 1670, elevato a cardinale da papa Clemente XII nel 1731 e morto a Roma nel 1744. Il pronipote, dunque, essendo nato nove anni prima della morte del prozio, lo aveva conosciuto ed era desideroso di ripercorrerne il cammino, guidato dal suo spirito. Fu fatto cardinale da Pio VII nel 1801, pochi anni prima di essere scelto dalla corte francese come grande elemosiniere. Morì nel 1830 a 93 anni.
Il grande elemosiniere rivestiva il ruolo di ecclesiastico più importante della corte. Dava infatti la comunione al re, celebrava i battesimi e i matrimoni dei principi di sangue reale. Spesso di rango episcopale, più raramente cardinalizio, beneficiava di privilegi importanti, come la giurisdizione sugli istituti ospedalieri di Parigi o il beneficio dell’argenteria della cappella del re alla morte di quest’ultimo; per tutto ciò, l’uffizio veniva accaparrato spesso dalle grandi famiglie aristocratiche. Nella sua direzione della Cappella reale, il grande elemosiniere era solitamente assistito da un “primo elemosiniere”.
Giuseppe Firrao il giovane, più che sull’argenteria del re, gli occhi li posò sulla masseria e sulle delizie di Michelangelo. Ma non solo su quella. La masseria del duca Giuseppe Lieto, poco distante da quella di Michelangelo, lungo via Lieti appunto, nella zona un tempo nota come «dietro la Gabbella di Capodimonte», fu sequestrata dall’Intendenza di Casa Reale al proprietario nel 1807, e divisa in due parti. La maggiore, composta dall’edificio di testata, dal corpo di fabbrica ad ovest del cortile, dalla cappella e dai terreni coltivati, fu donata al cavaliere Luigi Macedonio che acquisì anche la villa ai Ponti Rossi oggi nota come villa Bozzi. L’edificio a est del cortile, invece, fu donato al cardinal Firrao, come documentato da Di Lorenzo.
Inoltre, al cardinal Firrao apparteneva anche una bellissima e famosa villa a Posillipo: «nuovo fabbricato sistente nel territorio in quistione detto la Reginella in Posillipo».
La masseria di Michelangelo, Firrao la tenne per proprio uso e la fece interamente ricostruire ed abbellire, da architetti famosi, in stile neoclassico. Alla fine dei lavori, il casino del cardinale si elevava per due piani fuori terra e si organizzava anche a quel tempo intorno a un cortile; al suo livello aveva una cappella e molti ambienti tra cui alcuni adibiti a stalla, a rimessa, a “pagliera”, a pollaio, altri ad abitazione, come un “quartino” di cinque stanze ed alcuni locali dati in uso al colono. Una scalinata in comunicazione con il cortile conduceva all’appartamento nobile e, all’uscita dal cortile, una rampa a gradoni introduceva in un viale di accesso ad una Caffehaus, ad un cellaio e all’aia.

About Riccardo Gallo
Riccardo Gallo (Roma, 23 settembre 1943) è un ingegnere, economista e docente italiano. Professore alla Sapienza, ha svolto compiti di risanamento del sistema produttivo italiano in ambiti governativi, finanziari, aziendali, riversando e incrociando le competenze acquisite. È stato definito il bastian contrario sia del management pubblico che del privatismo arrogante, estremista di centro. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore. Oggi è opinionista de L’Espresso.
View all posts by Riccardo Gallo