cap 27

Minico e Desiata ebbero sette figli. Il primo nacque il 25 settembre 1626, nove mesi dopo il loro matrimonio, come da regola, e prese il nome di Gio:Carlo [27.1][27.2], unione del nome dello storico santo patrono e di quello del nonno paterno, che ancora viveva. Un anno e mezzo dopo, il 26 marzo 1628, nacque un secondo maschietto, che ebbe il nome di Nofrio [27.3][27.4] da quel fratellino di Minico “morto in età pueritia”, secondo la tradizione in voga nella famiglia nei secoli scorsi. Seguirono le nascite di Giulia [27.5][27.6] nel 1637, Domenico [27.7][27.8] nel 1638, Pietre Nicola nel 1643 [27.9][27.10], Rosolina nel 1646 [27.11], infine Caterina nel 1647 [27.12], ventun’anni dopo Gio:Carlo.
I tentativi dei Regnanti di rifeudalizzare il Ducato di Amalfi proseguirono dopo quello da ultimo sventato nel 1638, poco dopo la morte di Carlo Gallo. Nel 1642 il governo di Madrid ordinò di consegnare nuovamente lo Stato di Amalfi ai Piccolomini. Due anni dopo, il Consiglio Collaterale ratificò la concessione ai Piccolomini ma ordinò che questi ultimi trovassero le risorse per ridare alla universitas il prezzo pagato per la demanializzazione sessant’anni prima. Mentre i Piccolomini cercavano i soldi, nel 1647 scoppiò la rivolta di Masaniello, pescivendolo originario della costa amalfitana, che quando parlava conquistava il cuore e il braccio dei popolani. L’arcivescovo di Amalfi si schierò dalla parte della universitas contro i nobili. I cittadini protestarono in tutti i modi e, soprattutto, non mollarono la presa. Alla fine, nel 1652 al duca fu revocata la concessione. Ottavio Piccolomini fece ricorso e, vent’anni dopo, la Sommaria lo respinse e si schierò a favore della città e dello Stato di Amalfi. Alla fine del Seicento non c’erano più soldi e mancarono per sempre gli acquirenti.
Tutte queste vicende coprirono mezzo secolo, dal 1620 quando Minico aveva poco più di vent’anni fino alla seconda metà del Seicento. Una vita, quella di Minico, spesa in quell’incertezza altalenante che contraddistinse la società amalfitana e quella praianese in particolare.

About Riccardo Gallo
Riccardo Gallo (Roma, 23 settembre 1943) è un ingegnere, economista e docente italiano. Professore alla Sapienza, ha svolto compiti di risanamento del sistema produttivo italiano in ambiti governativi, finanziari, aziendali, riversando e incrociando le competenze acquisite. È stato definito il bastian contrario sia del management pubblico che del privatismo arrogante, estremista di centro. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore. Oggi è opinionista de L’Espresso.
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