cap 83

Durante gli anni Venti dell’Ottocento, Napoli non cambiò quasi per nulla. Nel 1825, morto Ferdinando IV per un colpo apoplettico, sul trono di re delle Due Sicilie gli succedette il figlio, Francesco I. Aveva 48 anni, essendo nato nel 1777; aveva cinque anni meno di Matteo. Sposò in seconde nozze la cugina Maria Isabella di Borbone-Spagna, figlia di re Carlo IV di Spagna. Cattolico bacchettone, era dominato da questa cugina-moglie spagnola più bacchettona di lui. Montanelli disse che diede ai preti il monopolio della scuola e combatté ogni forma di cultura laica. Nel 1828, grazie a una spiata, riuscì a sventare una congiura nel Cilento organizzata dalla Carboneria.  Morì l’8 novembre 1830 a Napoli. La vedova Maria Isabella di Borbone-Spagna sposò in seconde nozze il conte Francesco del Balzo, generale dell’esercito napoletano, il quale come abbiamo visto comprò dai Marulli d’Ascoli la masseria di Capodimonte che, fino al sequestro militare nel 1806 a opera di Giuseppe Bonaparte, era appartenuta a Michelangelo. Maria Isabella e Francesco del Balzo si sposarono il 15 gennaio 1839, lei aveva cinquant’anni, lui trentaquattro. Dopo le nozze, Maria Isabella e Francesco si ritirarono dalla corte e si trasferirono  a Capodimonte.
In questo clima di sopore e di fuoco sotto la cenere, Matteo e Francesca Cogna completarono la famiglia e allevarono i figli, tantissimi. Come da copione, il primogenito che si chiamava Giovanni Battista, comunemente Giovanni, fu avviato da ragazzo al sacerdozio. Era molto dotato nello studio, con predilezione per la letteratura.
La famiglia viveva a S. Maria Antesaecula 112. Le spese erano forti, per il sostentamento della numerosissima famiglia, per il mantenimento della casa in cui abitavano, ivi compresi i costi dell’abbondante servitù, della carrozza parcheggiata nella «rimessa» e dei cavalli tenuti nella «grotta».
Il tarlo nella testa di Francesco I era costituito dai fermenti di quei pazzi rompiballe dei carbonari, che il 15 maggio 1848 fecero barricate in via Toledo e dall’instabilità non eliminata nei rapporti internazionali che minacciavano la Chiesa di Roma.
Il tarlo nella testa di Matteo rimaneva il rischio connesso alle condizioni contrattuali per l’acquisto di Frattamaggiore. Insomma, Matteo visse un decennio di apparente sopore sociale e di religiosità sia monarchica che familiare, epperò mantenne un livello di vita molto, troppo alto, costoso, immerso in una nazione pronta a esplodere da un momento all’altro e stando personalmente seduto su una polveriera patrimoniale pronta a fare altrettanto.

About Riccardo Gallo
Riccardo Gallo (Roma, 23 settembre 1943) è un ingegnere, economista e docente italiano. Professore alla Sapienza, ha svolto compiti di risanamento del sistema produttivo italiano in ambiti governativi, finanziari, aziendali, riversando e incrociando le competenze acquisite. È stato definito il bastian contrario sia del management pubblico che del privatismo arrogante, estremista di centro. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore. Oggi è opinionista de L’Espresso.
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