cap 9

Poiché per cultura sono lontano dalle sedute spiritiche, per far rivivere i Gallo del passato chiesi aiuto a Isabella Pruner, grafologa professionista seguace dell’indirizzo francese. Estrassi dai documenti le loro firme, gliele diedi senza dirle alcunché della loro storia personale, per non influenzarla. D’altra parte, in quel momento io stesso conoscevo pochi dettagli.
Di Crescenzo le diedi due firme, una estratta da un documento del 15 febbraio 1741 [9.1], quando lui aveva 31 anni, e una seconda estratta dal processetto del matrimonio di Michelangelo il 12 maggio 1767 [9.2]. Dalla prima, la grafologa elaborò questo profilo: «Firma con andamento fluido ma convesso, iniziali grandi con tendenza spasmodica, C ad arco con tendenza a conchiglia, Z stilizzata ad amo, andatura da inclinata a sdraiata, angolosa, ovoidale, lettere a ritroso, raggruppamenti, tegole e sospensioni, pressione spostata, tremori, meandri, arcate, alcuni addossamenti, marezzata, alcune giustapposizioni statiche. Crescenzo Gallo è un uomo dalle idee ben chiare, è un uomo ambizioso che vuole riuscire nella vita e sa bene come ottenere il successo. È un istintivo organizzato, non si perde d’animo di fronte agli imprevisti, sapendo come districarsi da ogni situazione. È animato da forti ideali e infuocate passioni, ama il suo lavoro e da questo ne trae tutto il suo essere, ama il bello, il raffinato, il prezioso, è esigente con se stesso tanto quanto è solito pretendere anche dagli altri. Nella sua firma vi sono tracce evidenti di voglia di lottare, di concretizzare e di seminare il prodotto ideato. L’ambiente in cui si sviluppa gli reca però diffidenza e bisogno di guardarsi le spalle, come è sottolineato dalla convessità della sua firma tipica dell’atteggiamento difensivo. Gli allunghi che si sviluppano nel nome è di chi ricerca una propria individualità meramente materiale più che spirituale, è una persona risoluta nei suoi obiettivi, il cognome risulta schiacciato dal dilatarsi del nome, e questo significa una considerazione spasmodica di sé e la consapevolezza di dover contare solo su se stessi. Intenerisce però, di lui, una dolcezza che anche se ben nascosta fuoriesce dagli ovali ingranditi, da una tendenza alle conchiglie, dal tratto marezzato, quasi a compensazione di un’apparenza spigolosa e fredda. È probabile che abbia avuto un’adolescenza in cui abbia dovuto bruciare le tappe, i cui oneri siano pesati su di lui in tempi non ancora maturi per essere sopportati, infatti nel cognome vi sono costrizione, addossamenti, sofferenza, annerimenti, rallentamenti, a differenza del nome che è fluido, libero e in progressione. Il successo è certamente parte del corredo di quest’uomo». Giudicai impressionante la capacità rivelatrice di questa analisi.

About Riccardo Gallo
Riccardo Gallo (Roma, 23 settembre 1943) è un ingegnere, economista e docente italiano. Professore alla Sapienza, ha svolto compiti di risanamento del sistema produttivo italiano in ambiti governativi, finanziari, aziendali, riversando e incrociando le competenze acquisite. È stato definito il bastian contrario sia del management pubblico che del privatismo arrogante, estremista di centro. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore. Oggi è opinionista de L’Espresso.
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